La salute in pillole

Suggerimenti per chi segue una dieta ipocalorica







Suggerimenti per chi segue una dieta ipocalorica


Per concludere la trattazione in materia di diete dimagranti, pare opportuno fornire alcuni consigli, anche banali, che possono aiutare chi sta, a fatica, seguendo un regime alimentare ipocalorico. I consueti tre pasti principali (si ribadisce l’importanza della prima colazione!) vanno effettuati a distanza di alcune ore tra loro e in modo da non cenare subito prima di andare a dormire. Sarebbe opportuno che la dose di carboidrati, oltre a essere, comunque, contenuta, sia maggiore a colazione e a pranzo piuttosto che a cena, proprio perché, come già detto, i carboidrati sono in grado di fornire energia di immediata spendibilità. E’questo il motivo prevalente per cui alcuni dietisti consigliano la c.d. “dieta dissociata”, che (a parte la colazione) prevede, generalmente, a pranzo un primo piatto (soprattutto a base di carboidrati) e a cena un secondo piatto (in larga misura a base di proteine), accompagnato dal contorno di verdura, ortaggi o legumi. In merito alla distribuzione dei pasti più importanti nell’arco della giornata, l’ideale sarebbe: ore 7:30 – 8:00 prima colazione, ore 13:00 -13:30 pranzo e ore 19:30 – 20:00 cena, coricandosi intorno alle ore 22:00. Si sottolinea, per inciso, che anche la qualità e quantità del sonno vanno tenute nella giusta considerazione. Oltre ai tre pasti principali, è bene fare due merende, una a metà mattina e a metà pomeriggio e, preferibilmente, a base di carote, finocchi, poca frutta o yogurt magro. Sono da evitare “spuntini” aggiuntivi fuori pasto, soprattutto davanti alla televisione o mentre si è distratti da altro; a tal fine, è bene non tenere in vista o, comunque, “a portata di mano”, salatini, grissini, cioccolatini, caramelle e dolcetti vari. Per quanto riguarda la consumazione dei pasti, si consiglia di masticare molto lentamente, aspettando almeno alcuni secondi tra una forchettata e un’altra, magari cercando di conversare piacevolmente durante l’attesa. Anche se questo suggerimento può tranquillamente essere disatteso, dato che agisce esclusivamente a livello psicologico, è preferibile mantenere la stessa postazione per mangiare e disporre il cibo, tagliato in pezzi piccoli, in modo allargato e su piatti piccoli. In conclusione, si evidenzia ancora una volta l’importanza di rivolgersi a un esperto dietista, soprattutto quando i chili da perdere sono più di quattro o cinque. Un professionista, infatti, farà sempre effettuare tutti gli esami del caso (in primis l’analisi del sangue e delle urine, ma, in certi casi, sono indispensabili anche controlli alla tiroide, al fegato, all’intestino e di altro tipo), in modo da evitare che la diminuzione delle calorie sia equilibrata e non determini delle carenze di nutrienti essenziali. Un bravo dietologo, inoltre, sarà in grado di calibrare le pietanze in base all’entità dei depositi adiposi, secondo tempistiche, comunque, mai di breve periodo (salvo che si tratti di smaltire pochi chili): anche per quanto sopra ampiamente chiarito, non fidarsi di chi promette miracoli! La dieta personalizzata, poi, deve essere stilata tenendo conto, sì, dell’apporto calorico dei cibi e del loro contenuto in termini di contenuti nutrizionali, ma senza trascurare le preferenze soggettive di chi deve mettersi a dieta: se si odia la carne di pollo, va bene mangiare carne di tacchino, così come si può prediligere la pasta al riso, se quest’ultimo proprio non è gradito, a patto, ovviamente, di attenersi in maniera piuttosto scrupolosa al resto delle indicazioni. E’ utile, infine, appuntare su un quaderno le eventuali defezioni (che, se contenute e saltuarie, non vanno demonizzate), anche al fine di riferirle al proprio dietista, il quale ne terrà conto nella valutazione dei risultati ottenuti in quel dato periodo di regime ipocalorico.
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