La salute in pillole

Insufficienza renale acuta

L’insufficienza renale acuta si distingue da quella cronica principalmente per la rapidità con cui avviene la perdita di funzionalità dei reni e il conseguente brusco aumento dei valori di creatinina (prodotta dai muscoli mediante il c.d. catabolismo) e azotemia nel sangue, proprio per la difficoltà dell’apparato urinario di espellere tali sostanze che, se contenute in eccesso, sono nocive per l’intero organismo. In modo simile all’insufficienza renale cronica, ma con tempistiche assai più incalzanti, nell’insufficienza renale acuta, l’organismo, almeno in un primissimo momento, tenta di reagire agli ostacoli incontrati nel filtrare il sangue, producendo quantità maggiorate di urina (poliuria), nonostante il livello di concentrazione resti sempre troppo basso. A tale fase segue comunque la c.d. oliguria, in cui il liquido espulso tramite le vie urinarie è notevolmente al di sotto dei parametri di normalità. Al contrario di quella cronica, invece, l’insufficienza renale acuta, di regola, non passa inosservata fin dai primi giorni o addirittura dalle prime ore di insorgenza della stessa. Al rapido squilibrio dei valori di laboratorio e delle quantità e concentrazioni di urina emesse, infatti, corrispondono segni clinici spesso preoccupanti, soprattutto per il loro celere peggioramento. Innanzitutto si ha ematuria, che, a sua volta, può manifestarsi come microematuria (macchie di sangue nelle urine) o macroematuria (l’intero liquido urinario assume un colore più scuro, quasi violaceo). Le gambe tenderanno a gonfiarsi e, in genere, si registra un apparentemente inspiegabile aumento di peso: entrambi chiari segni della ritenzione idrica e dei difetti circolatori in corso. In alcuni casi, la tendenza a trattenere nel corpo elevate quantità di acqua e sali minerali è talmente accentuata da aversi una sorta di “infiltrazioni idriche” all’interno delle cellule; qualora tale evenienza colpisca strutture del sistema nervoso centrale, il malato percepirà stanchezza, astenia e difficoltà di concentrazione associate, nelle situazioni più gravi, perfino a convulsioni. Gli squilibri nei valori sanguigni esaminati in laboratorio (soprattutto innalzamento della creatinina, del fosforo, dell’azoto, del potassio e degli acidi corporei ), già visti per l’insufficienza renale cronica, si verificano anche per quella acuta, anche se gli sbalzi sono assai repentini, tanto che è probabile arrivare ai sintomi della pericolosa fase c.d. “uremica” addirittura nel giro di pochi giorni. In tale stadio si susseguono crisi gastrointestinali (con frequenti episodi di nausea, vomito e perfino anoressia), segni evidenti di anemia, ipertensione arteriosa, aritmie e altri disturbi cario-vascolari, deficit immunologici (con facilità a contrarre virus e batteri), emorragie e tendenza a disturbi neurologici ed encefalopatie, che possono arrivare a una gravità tale da degenerare anche in coma. Per quanto riguarda l’aspetto terapeutico, dato che si tratta di una condizione solitamente a carattere spiccatamente progressivo ma non irreversibile, l’insufficienza renale acuta deve essere trattata risalendo alla fonte, ossia combattendo la causa che l’ha provocata, oltre che, ovviamente, attenersi alle regole di uno stile di vita sano (soprattutto non fumare, non sostare a lungo in ambienti ricchi di sostanze tossiche e tenere una dieta povera di proteine). Solo qualora non sia possibile eliminare la causa dell’insufficienza renale, sarà necessario procedere all’assunzione di farmaci specifici per quest’ultima o, nelle fattispecie ormai troppo evolute, ricorrere alla dialisi o al trapianto. In merito alle possibili fonti che sono in grado di scatenare la patologia de quo, innanzitutto, vi sono tutte quelle situazioni che determinano una diminuzione del volume di sangue che circola nella zona lombare, ove sono situati i reni, per l’appunto. Questa evenienza può essere la conseguenza, ad esempio, di emorragie, soprattutto se localizzate (compreso un eccessivo flusso mestruale o intensa ematuria), intense disidratazioni, in grado di ridurre notevolmente il plasma sanguigno, o certe malattie croniche del fegato. L’insufficienza renale acuta, inoltre, può essere provocata da disturbi che interessano ancor più da vicino le vie urinarie, compromettendone, così, la loro funzionalità: si pensi, in proposito a tutte le infiammazioni o le infezioni che colpiscono i tubuli o l’interstizio, elementi fondamentali nella struttura del rene. Anche patologici rigonfiamenti di uno o più organi presenti nei pressi della zona lombo-sacrale (per fenomeni infiammatori, tumorali o di calcolosi), determinando un aumento della pressione sui vasi sanguigni che irrorano l’apparato urinario, possono essere fonte di disfunzioni nella depurazione sanguigna.


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