DIAGNOSI PRENATALE ED ESAMI DI SCREENING: ECCO LE DIFFERENZE
15 set. (Ufficio stampa Sorgente Genetica)
A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica La prima gravidanza fa scaturire spesso in una donna dubbi e domande,
come ad esempio: che differenza c’è tra esami di screening prenatale ed esami di
diagnosi prenatale? I test cui sottoporsi sono vari (per esempio amniocentesi o Bi test), e si distinguono in
esami prenatali invasivi e non invasivi. Tra i test prenatali non invasivi ci sono gli esami di “screening
prenatale” (non comportano rischi per la salute di mamma e bimbo), che
associano analisi di tipo biochimico sul sangue della gestante, a ecografie
atte a individuare nel feto valori fuori dalla norma che suggeriscono la presenza
di anomalie. Sono test probabilistici che indicano la percentuale di
probabilità che vi siano anomalie fetali come difetti del tubo neurale o
sindrome di Down. Bi test, Tri test e Quadri test comprendono sia un’ecografia
(translucenza nucale) per misurare il nascituro, sia analisi per controllare i
valori di alcune proteine nel sangue, e hanno una tasso di affidabilità fino
all’85%1. I test prenatali non invasivi che studiano il DNA del feto
sono esami di screening e si svolgono su un campione ematico della madre per
rilevare i frammenti di DNA fetale presenti nel circolo sanguigno materno per
tutta la gravidanza. Il test del DNA fetale può rilevare anomalie dei cromosomi
come la Sindrome di Down e le trisomie 13 e 18. Il tasso di affidabilità è del
99,9%2. Esami invasivi come amniocentesi, cordocentesi e villocentesi sono
definiti “diagnostici” poiché forniscono una diagnosi sulle condizioni del
bimbo rilevando con diverse anomalie. I test di diagnosi prenatale prevedono il
prelievo di tessuto o liquido direttamente dall’ambiente fetale tramite
l’inserimento di un ago nel pancione della madre. L’amniocentesi studia un
campione di liquido amniotico; la cordocentesi, un campione di sangue prelevato
dal cordone del feto; la villocentesi, un campione di placenta (villi coriali).
Questi esami hanno un rischio di aborto dell’1%. Sottoporre la futura mamma a uno di questi esami è una decisione che il
ginecologo prenderà considerando l’età della donna, il suo stato di salute e la
sua familiarità con anomalie di tipo genetico. Per maggiori informazioni: www.testprenataleaurora.it
Fonti: 1. Medicina dell'età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei
difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche – DiAntonio L.
Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut 2. Poster Illumina ISPD_2014 Rev A |
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