La salute in pillole

QUANDO LA TIMIDEZZA SI TRASFORMA IN MALATTIA

   
diventa fan
08 ott. (Laura Tirloni)



Di Laura Tirloni - La timidezza è una caratteristica della personalità che risulta facilmente individuabile “grazie” alle sue manifestazioni esterne, legate all'attivazione del sistema nervoso autonomo: rossore del viso, aumento della sudorazione, tremore ma anche battito cardiaco accelerato, sensazione di bocca asciutta, nausea, mal di stomaco, ansia – con alcune variazioni di intensità da soggetto a soggetto.

Anche sul piano comportamentale, la persona timida tenderà più spesso ad evitare il contatto visivo durante uno scambio verbale, a presentare comportamenti sociali tendenzialmente rigidi e formali, ad esercitare un marcato controllo sulle proprie reazioni emotive. Inoltre, tenderà ad evitare di trovarsi al centro dell'attenzione, soprattutto in situazioni di gruppo e a pensare che i contenuti dei propri discorsi siano poco interessanti agli occhi degli altri, con conseguenti difficoltà a dialogare. Sul piano psicopatologico può essere anche identificata come “fobia sociale”.

Nel tempo, il suddetto corollario di inibizioni può condurre l'individuo timido ad un progressivo inaridimento ed evitamento delle relazioni sociali, vissute come troppo stressanti e penose.

Nel tentativo di reagire alla propria timidezza il soggetto può fare appello a due stili comportamentali opposti: sottomissione o aggressività. Il più delle volte, infatti, il soggetto timido tenderà a subire e a sottomettersi nel rapporto con gli altri, a sentirsi giudicato e criticabile e quindi ad evitare il confronto. Ma talvolta, potrà al contrario apparire particolarmente provocatore, mascherarsi dietro una facciata di persona brillante, spavalda e amica di tutti, nel tentativo di reagire al proprio senso di inadeguatezza e di insicurezza.

Il soggetto timido può inoltre manifestare comportamenti molto diversi quando si trova a contatto con il mondo esterno o viceversa, quando si trova nelle relazioni più intime, all'interno delle quali, per compensazione, può addirittura mostrarsi aggressivo e prepotente, in quanto più disinibito e meno timoroso del giudizio.

La timidezza può essere una caratteristica del temperamento e quindi una propensione innata del carattere ma derivare, anche, da rapporti inadeguati con le figure significative di accudimento o da condizionamenti ambientali negativi. Può essere utile ricercarne l'origine, anche attraverso un percorso psicoterapico se necessario, soprattutto qualora l'individuo sperimenti eccessive inibizioni emotive e comportamentali e una marcata restrizione della propria libertà di espressione, soprattutto in ambito relazionale e sociale. Il che risulta spesso penalizzante nel percorso verso la realizzazione personale.









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