TUMORE ALL’OVAIO: TIPOLOGIE E FATTORI DI RISCHIO
26 nov. (Sorgente Genetica)
A cura dell’ufficio stampa Sorgente Genetica Diverse sono
le malattie oncologiche che possono colpire le donne. Tra queste c’è il tumore
all’ovaio, considerato molto pericoloso perché è difficile diagnosticarlo in
fase iniziale. Controlli periodici come visite ginecologiche ed ecografie
transvaginali sono un’ottima strategia di screening, in particolare si rivelano
fondamentali quando si riscontrano disturbi come dolore
alle ovaie o altri sintomi sospetti. Il tumore all’ovaio è al decimo posto
nella classifica delle tipologie di cancro che colpisce le donne e rappresenta
il 30% di tumori maligni che riguardano l’apparato genitale femminile. I dati
non vanno sottovalutati: è stato stimato che ogni anno 1 donna su 74 riceve una
diagnosi di tumore alle ovaie¹. Le ovaie
producono ormoni e ovociti, cioè le cellule riproduttive della donne. Può
tuttavia accadere che questa produzione avvenga in maniera incontrollata dando
origine a forme tumorali. I tumori
maligni alle ovaie si dividono in: -
tumori
germinali, i quali hanno origine dalle cellule adibite alla produzione di
ovuli e si presentano nel 5% circa dei casi -
tumori
stromali, che hanno origine nello stroma gonadico (il tessuto di sostegno
dell’ovaio) e si presentano nel 4% dei casi² -
tumori
epiteliali, i quali sono generati dalle cellule che rivestono le ovaie e si
presentano nel 90% dei casi Se i tumori
epiteliali colpiscono sia donne in età riproduttiva che donne con un’età
avanzata, quelli germinali e stromali hanno una frequenza maggiore nelle donne
con un’età inferiore ai 20 anni e rappresentano il 40/60% dei casi. La stima è
che metà delle donne con diagnosi di tumore presenta un’età di oltre 60 anni³. I tumori
all’ovaio possono essere causati da diversi fattori di rischio quali la genetica, la familiarità o l’ambiente
in cui si vive. La familiarità risulta associata a mutazioni genetiche che riguardano i geni BRCA1 e BRCA2. Le donne
con un’età superiore ai 70 anni hanno un rischio del 20-60% di cancro. Mentre il 90%
dei casi di tumore all’ovaio è da considerarsi di forma sporadica, per il 10%
dei casi il tumore è legato a forme ereditarie³. Il cancro alle
ovaie è particolarmente pericoloso per la sua natura “silente”: i sintomi sono
evidenti solo in fase avanzata di sviluppo e spesso gli stessi sintomi possono essere confusi con
problemi quotidiani come aerofagia, gonfiore dell’addome, perdita di peso,
frequenza nell’urinare. Se tali sintomi persistono nel tempo, è consigliabile
consultare il proprio medico. Con una diagnosi precoce è possibile aumentare le
possibilità di sopravvivenza. Per le donne che scoprono il tumore al primo
stadio, il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 90%⁴. È
importante dunque non sottovalutare i possibili sintomi, tra i quali possiamo
trovare il dolore alle ovaie o sanguinamenti. Nel caso in
cui esami specifici rivelino la presenza di anomalie, si procede con risonanze
magnetiche, tomografie ed esami per il dosaggio dei marcatori tumorali (CA
125). In questi
casi, un ruolo determinante è rivestito anche dai test genetici, utili per la rilevazione di mutazioni genetiche a
carico dei geni BRCA a cui sono associate la comparsa di alcune forme di tumore
all’ovaio e del seno. In questo modo è possibile definire una strategia
preventiva adeguata. Per avere più
informazioni sui test BRCA: www.brcasorgente.it
Fonti 1. I numeri del cancro – edizione 2014 2. Airc – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro 3. Cancro dell’ovaio Guide Esmo/AFC, a cura
dell’Anticancer Fund e della European Society for Medical Oncology, ed. 2014 4. ACTO – Alleanza Contro il Tumore Ovarico, intervista alla
dottoressa Nicoletta Colombo, Direttore di Ginecologia Oncologica Medica,
Istituto Europeo di Oncologia, Milano |
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