La salute in pillole

QUESTIONI DI PESO

   
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24 mag. (Barbara LG Sordi)
di Barbara LG Sordi- Bombardati come non mai in questo periodo pre-vacanziero da diete che promettono miracoli, soffermiamoci però un istante a valutare il lato positivo di un'alimentazione sana, non solo da punto di vista estetico ma anche della salute. Soprattutto di noi donne.

Una recente ricerca americana, condotta su un gruppo di 439 donne sovrappeso o obese di età compresa tra i 50 e 75 anni, ha mostrato una stretta correlazione tra diminuzione di peso e riduzione di rischi di cancro al seno. Soprattutto, ma non solo, per le donne in menopausa. Questo perché il sovrappeso (così come la menopausa a causa dei supplementi assunti) è associato ad un pericoloso aumento dei livelli di estrogeni, che purtroppo “alimentano” molti dei tumori mammari conosciuti. I ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Reasearch Center di Seattle hanno dimostrato che con una semplice perdita di peso del 5% si può ridurre il rischio di tumori del 22%, non di poco dunque; rilevando un abbassamento dei livelli di estrogeni (estrone, estradiolo, estriolo), di testosterone e di androstenedione, tutti legati a forme tumorali. Sottolineiamo che l'abbassamento dei livelli si è verificato solo nei gruppi che si sono sottoposti a dieta o dieta associata ad esercizio fisico, non in quello in cui le pazienti si sono dedicate solo all'esercizio fisico.

Un altro studio, del Dipartimento di Psichiatria del Brigham and Women's Hospital di Boston, ha mostrato come una dieta ricca di grassi saturi possa comportare nelle donne deficit nella memoria e nelle capacità cognitive. Lo studio è stato condotto su 40.000 pazienti sopra i 45 anni, di cui 6.000 sopra i 65, eseguendo nell'arco di quattro anni (intervallati da due anni di pausa) tre test cognitivi. Le donne la cui dieta (come da questionari compilati prima, durante e dopo l'intervallo) era ricca di grassi saturi (carni rosse, burro, cibi confezionati come patatine o biscotti) hanno dimostrato delle capacità nelle funzioni cognitive ridotte, rispetto a quelle che invece preferivano l'uso di grassi insaturi (olio di oliva, semi e frutta secca, avocado). Queste diete ricche di grassi “cattivi” sono già da tempo associate a malattie cardiovascolari e questo studio dimostra la ripercussione anche sui processi cognitivi del nostro cervello. Ed è per questo che si sta rivalutando molto l'impatto della dieta anche in malattie come l'Alzheimer e la demenza senile.






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