La salute in pillole

Mastite e ingorgo mammario

Il c.d. "ingorgo mammario" si ha quando, durante il periodo dell’allattamento materno, il latte tende a ristagnare nei dotti galattofori e negli alveoli ghiandolari, provocando un aumento della pressione all’interno dei canali del seno. Questo fenomeno provoca, a sua volta, un rallentamento e perfino una paralisi a livello venoso e linfatico che, spesso, conduce a una drastica diminuzione della produzione di latte. Tale malattia normalmente insorge quando il bambino succhia una quantità troppo scarsa di latte, facendone residuare all’interno delle mammelle, le quali, in conseguenza, appaiono contratte, indurite, dolenti, e con capezzoli irrigiditi. La terapia dell'ingorgo mammario prevede la spremitura manuale o meccanica (tramite uno strumento, che si vende in farmacia, comunemente detto “tira-latte”) del seno. E’ consigliabile effettuare tale operazione prima di ogni poppata, in modo da ridurre l’irrigidimento della mammella e favorire la suzione efficiente del lattante. Non di rado l'ingorgo mammario è concausa della mastite, infezione della mammella piuttosto diffusa (anche indipendentemente dalla concomitanza con l’allattamento), che viene evidenziata da rossori localizzati nei pressi del capezzolo e spesso da rialzo febbrile, anche consistente. Le terapie consigliate sono l’utilizzo di antipiretici e antinfiammatori; qualora la sintomatologia febbrile perdurasse, spesso il medico prescrive gli antibiotici, al fine di combattere eventuali infezioni di origine batterica.


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