La salute in pillole

Le malattie sessualmente trasmesse

LE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE
Le malattie a trasmissione sessuale (anche dette “veneree”, perché in passato si credeva, a torto, che si trattasse di una problematica tipicamente femminile) sono l’insieme, assai variegato, delle patologie che colpiscono la zona genitale e le vie urinarie e che si contagiano prevalentemente tramite rapporti sessuali. Anche se alcune malattie (come la gonorrea) presentano una maggiore facilità di contagio rispetto ad altre, l’unico metodo per rendere quasi nulle le possibilità, per sé e per il proprio partner, di contrarre una delle patologie de quo, è l’uso del preservativo. Quest’ultimo è particolarmente consigliato per chi ha rapporti sessuali occasionali o per chi ha il sospetto che il proprio partner abbia (o abbia avuto) rapporti intimi con altri (a maggior ragione se si tratta di persone “a rischio”, come prostitute). Contraccettivi come la pillola e la spirale, invece, non eliminano affatto il rischio del contagio, mentre il diaframma, così come l’utilizzo, prima e dopo il rapporto, di specifici detergenti intimi a base acida, sono in grado solo di ridurlo. Responsabili dell’infezione sono dei microrganismi che appartengono al genus dei virus, dei batteri, dei parassiti o, comunque, di germi che, mentre hanno quasi sempre vita breve a contatto con l’aria, riescono a vivere e riprodursi in maniera ideale all’interno del corpo umano. I microrganismi in questione si trovano, a seconda dei casi, nelle secrezioni genitali, nel liquido sieroso situato nei pressi di eventuali eruzioni o piaghe cutanee e/o nel sangue e si trasmettono, oltre che mediante un rapporto sessuale penetrativo, anche attraverso rapporti orali, anali o con il compimento di altri atti che implicano uno scambio di liquidi prodotti dalle mucose genitali. In alcuni casi, si rischia il contagio anche tramite il contatto con altri liquidi corporei, come la saliva o il sangue o perfino toccando biancheria intima infetta (come nel caso della gonorrea). Anche la fase gestazionale, il parto o l’allattamento, nonché la predisposizione genetica, peraltro, possono avere un’influenza determinante. I primi segnali che possono indurre al sospetto di aver contratto una malattia a trasmissione sessuale sono assai simili ai banali fastidi comuni a lievi infezioni o arrossamenti. Anche se, negli stadi successivi, i germi tendono a propagarsi verso le parti alte dell'apparato genitale (nella donna, utero, ovaie, tube, mentre nell’uomo, i testicoli e la prostata), nonché, nei casi più gravi, anche verso altri organi (ad esempio, ossa, articolazioni, fegato e perfino il cervello), i sintomi iniziali di pressoché tutte le patologie de quo interessano le basse vie urinarie. A titolo esemplificativo, si va da prurito e bruciore, che in genere si intensificano durante la orinazione e nel corso di un rapporto sessuale, a perdite vaginali di quantità, colore e odore diversi da quelle fisiologicamente normali. A volte, poi, sono evidenti fin da subito delle piaghette, vescicole o ulcere nella zona genitale (ossia nella vagina, sul pene o nella zona perianale). In tutti questi casi, è opportuno rivolgersi quanto prima a uno specialista, dato che la maggior parte delle patologie a trasmissione sessuale (tranne l’AIDS) sono orami guaribili e, specie se prese in tempo e curate opportunamente, di regola, non lasciano traccia. Sicuramente la più grave malattia venerea è l’AIDS, il cui virus HIV continua a restare in vita anche a seguito delle varie tecniche finora sperimentate. Anche altre patologie (specie l’epatite B/C e l’herpes genitalis), tuttavia, possono manifestare conseguenze anche molto persistenti o, addirittura, permanenti e, secondo parte della medicina, rappresentano un elemento che aumenta il rischio di alcune forme tumorali, oltre che dello stesso AIDS. Quanto alle modalità di cura, grazie alla distribuzione commerciale degli antibiotici e di altri farmaci di ultima generazione, molte malattie veneree, come la sifilide e la gonorrea, al giorno d’oggi, colpiscono un numero assai ridotto di persone, almeno nei Paesi c.d. “industrializzati”. Le terapie più diffuse per combattere e sconfiggere le malattie a trasmissione sessuale sono costituite da trattamenti locali (specifiche creme o ovuli) e/o da cure per via orale (pasticche, pillole, capsule o simili), i quali, a seconda dei casi, sono a base di antibiotici, antivirali, antifungini o antiparassitari. Le principali patologie a trasmissione sessuale sono: l’AIDS, la sifilide, la gonorrea, le infezioni da candida (candidosi), l’herpes genitalis, l’ulcera molle, il papilloma virus, le vaginosi batteriche, i condilomi, le infezioni da trichomonas e quelle da chlamydia, il linfogranuloma venereo, l’epatite B/C e le varie forme di uretriti.


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