La salute in pillole

Distorsione della caviglia

La distorsione della caviglia, comunemente detta "storta", è un’alterazione dell’articolazione di tipo non permanente e che, al contrario della lussazione, non impedisce, né riduce parzialmente, il contatto tra le superfici articolari. La distorsione della caviglia, in particolare, è tra gli episodi traumatici che più di frequente colpiscono l’apparato locomotore ed è tipica dei giovani, soprattutto degli sportivi (calcio e pallavolo e basket in primis tra gli sport a rischio).

Nella maggior parte degli episodi, la torsione è interna, ossia il piede risulta piegato in dentro e viene leso il legamento fibulare. La principale causa della patologia in esame è una contusione o un trauma: la dinamica classica è una ricaduta sbilanciata e accidentale dopo un balzo o a seguito di un movimento brusco.

In alcuni casi, comunque, è una fragilità derivante da precedenti episodi mal curati o uno scarso tono muscolare della zona interessata ad aumentare il pericolo di “storte”, soprattutto di lieve intensità ma ripetute nel tempo.

 Proprio per questo è comunque consigliabile, dopo la guarigione dell’arto, compiere degli esercizi di rafforzamento della muscolatura a sostegno della caviglia. Per quanto concerne i sintomi, innanzitutto l’area colpita presenta:

  • Aumento di temperatura
  • Gonfiore in rapido accrescimento
  • Versamento di sangue: a causa della rottura di capillari, infatti, la caviglia tende ad assumere dapprima un colore rossastro e, dopo alcune ore, violaceo a chiazze.

Il dolore, poi, avrà una tipica evoluzione in tre tempi: a un repentino acutizzarsi delle fitte, appena avvenuto l’incidente, segue un’attenuazione del dolore, specie se la caviglia è trattata con pomate e/o spray analgesici. E’ grazie a medicinali di questo tipo che capita di vedere sportivi riprendere l’attività agonistica, trascorsi solo pochi minuti dall’incidente.

Dopo alcune ore (magari la mattina al risveglio), però, il dolore è spesso intenso, soprattutto quando si tenta di camminare o si tocca la zona tumefatta. Le terapie generalmente consigliate variano secondo la gravità della storta e delle eventuali patologie collaterali, come la totale rottura di uno o più legamenti o una degenerazione dei tessuti cartilaginei, a volte talmente accentuata da aversi frammenti di cartilagine che ostruiscono l’articolazione.

Solo in questi ultimi casi (salvo restando, ovviamente, la presenza di fratture ossee) potrà richiedersi anche una preventiva operazione chirurgica, seguita da gessatura, mentre, nella stragrande maggioranza dei casi, la terapia è solo conservativa. In ogni caso, la prima accortezza da compiere è quella di immergere la caviglia dolorante in acqua fredda (o, comunque, raffreddare la zona con ghiaccio o altri dispositivi refrigeranti), tenerla a riposo e, meglio, sollevarla per ridurre il gonfiore.

La somministrazione di antinfiammatorii e analgesici, inoltre, contribuisce ad alleviare i sintomi. La deambulazione è possibile già dopo pochi giorni ed è consigliabile indossare per un paio di settimane dei tutori o delle bande contenitive, che evitino movimenti di torsione laterale. Trascorso un periodo di riposo (che varia secondo la gravità, ma è comunque indispensabile per evitare recidive, assai frequenti), sarà assai utile compiere terapie di riabilitazione (ad esempio tramite un’apposita tavoletta mobile, che rafforza la muscolatura e “scioglie” le contrazioni articolari), accompagnate, se del caso, da cicli di ultrasuono, laser, magnetoterapia o mesoterapia.



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