La salute in pillole

Lesioni del menisco

Al fine di permettere una corretta e fluida articolazione del ginocchio, è indispensabile la presenza di due fibro cartilagini di forma triangolare, detti menischi:

  • mediale”, che si trova nella zona più interna
  • laterale”, collocato nella parte più esterna.

Entrambi i menischi, comunque, sono situati tra il femore e la tibia e contribuiscono a garantire l’aderenza e l’articolazione di tali ossa, funzionando anche come una sorta di “ammortizzatori”.

Le cause più frequenti di lesioni al menisco sono:

  • la degenerazione del tessuto dovuta all’attrito eccessivo tra tibia e femore, tipica di soggetti in età piuttosto avanzata
  • traumi procurati da attività sportiva (in particolare nel calcio e nella pallavolo) o lavorativa. Sotto quest’ultimo profilo, sono rischiosi, in special modo, lavori come:
  • idraulico o piastrellista; questi, difatti, impongono di assumere a lungo una postura che sottopone a flessione costante il ginocchio, alla quale segue, spesso, un brusco ritorno alla posizione eretta.

I tipi di rottura del menisco più frequenti sono quelli che interessano il menisco mediale, il quale risulta di dimensioni più ridotte rispetto a quello laterale: tale incidenza è dovuta, non solo alla posizione, che rende il primo maggiormente esposto ai colpi, ma anche a una minore capacità di questo di sopportare gli spostamenti o le flessioni anomale.

Per quanto riguarda i sintomi, nella fase acuta, il paziente avverte, nella zona interna o esterna del ginocchio, secondo il menisco leso:

  • forte dolore, difficoltà di movimento e, a volte, notevole gonfiore dovuto al versamento di liquido sinoviale (che, ove presente, non di rado necessita di essere asportato mediante una siringa).
  • Se la causa della malattia è traumatica, spesso, prima dell’inizio del dolore, il soggetto avverte immediatamente un “crack”, specie ove si tratti della c.d. “rottura a manico di secchio” del menisco mediale (una delle più serie).

Per avere conferma circa l’insorgenza di una lesione al menisco, di solito è sufficiente un’attenta visita dall’ortopedico, che farà compiere al ginocchio, con angolatura a novanta gradi, delle extrarotazioni: se l’ipotesi è verificata, tali movimenti provocheranno fitte e dolore localizzato. In caso di dubbio, è possibile verificare l’esistenza di problemi meniscali mediante la risonanza magnetica nucleare (in sigla detta “R.M.N.”).

Quanto alle terapie, se si tratta di rotture di tipo degenerativo, di solito si preferisce tentare, almeno in un primo momento, con interventi non chirurgici e, in particolare, con somministrazione di medicinali ad azione anti-infiammatoria e/o esecuzione d’infiltrazioni con un acido denominato “ialuronico”. Quando l’età del paziente non è elevata e, soprattutto, quando l’origine della malattia è traumatica, l’operazione consigliata è, in genere, quella in artroscopia. Questa si attua attraverso una correzione del menisco con delle suture, a seguito delle quali il soggetto dovrà astenersi dal caricare il ginocchio per almeno tre settimane.

Con l’intervento artroscopico, che è effettuato in anestesia, anche in regime di “day-hospital”, ed è caratterizzato da una bassa invasività (si praticano solo due o tre piccole incisioni localizzate), è possibile anche correggere delle lesioni ai legamenti crociati, sia anteriore sia posteriore, ridonando funzionalità all’intera articolazione del ginocchio. Solo se non è possibile ricorrere alle suture o quando la malattia è molto grave, l’unico rimedio è l’asportazione di tutto o di ricorrere alle suture o quando la malattia è molto grave, l’unico rimedio è l’asportazione di tutto o di parte del menisco, con tecniche invasive.



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