La salute in pillole

Infarto miocardico acuto

di Barbara L.G. Sordi

Che cosa è l'infarto?
Tra le cardiopatie più conosciute, e più temute, il posto d'onore va certamente all'infarto, o più correttamente infarto miocardico acuto o infarto del miocardio acuto (IMA). Infarto, va precisato, è un termine generico che indica la necrosi di tessuto per mancata ossigenazione causata da gravi deficit del flusso sanguigno (ischemia), per ostruzione oppure per stenosi (indurimento) delle arterie. Esistono diversi tipi di infarto, oltre al più noto IMA, tra cui quello al cervello, al fegato, ai polmoni e all'intestino. Essendo l'infarto al miocardio la forma più diffusa e più conosciuta, quando si parla di infarto in generale ci si riferisce a quest'ultimo. Anche se deve contendersi il palma res delle morti nella civiltà occidentale, insieme con quello al cervello, che provoca nell'80% dei casi ictus. Queste due forme sono più diffuse e frequenti perché i due organi sono ossigenati in modo esclusivo da un'arteria principale, mentre nel caso degli altri organi l'afflusso sanguigno avviene attraverso un sistema di arterie e vene, quindi difficilmente si può verificare una grave mancanza di ossigenazione.

I generale si tratta di una sindrome (acuta) in quanto varie patologie concorrono a creare un preciso "status quo" ed è classificato come cardiopatia coronarica o sindrome coronarica acuta perché coinvolge le arterie coronariche del cuore.L'infarto del miocardio dunque è tecnicamente la necrosi (o morte) di tessuto miocardico, cioè il tessuto muscolare che costituisce la gran parte del nostro cuore. La mancata ossigenazione produce tessuto necrotico, che viene riassorbito dall'organismo ma non sostituito con tessuto sano, al suo posto compare invece una vera e propria cicatrice, costituita da tessuto connettivo fibroso. Una sorta di toppa che però non e più in  grado di contrarsi e pulsare come il tessuto miocardico originario.

Quali sono le cause?
Causa diretta è l'ostruzione dell'arteria coronarica, parziale o totale, oppure la sua stenosi, che impediscono il passaggio di ossigeno al cuore. Proprio la mancata ossigenazione, se protratta per oltre 40 minuti, può provocare l'infarto e dunque l'evento necrotizzante. La causa principale di ostruzione delle coronarie e stenosi è l'aterosclerosi, una patologia che provoca il deposito di grassi saturi, che con il tempo aggregandosi a piastrine e fibrina formano la cosiddetta placca aterosclerotica. La placca depositata finisce con il formare i trombi, dai quali possono staccarsi delle piccole parti (emboli), anch'essi causa di ostruzioni.Oltre all'aterosclerosi gli infarti miocardici possono essere causati da angina variante (spasmo delle arterie coronariche subpericardiche) e da malattia microvascolare, o sindrome X cardiaca, malattia rara e poco conosciuta, che comporta gravi disfunzioni nel microcircolo.

Quali sono i sintomi?
Quando sopravviene un infarto chi ne è colpito avverte un dolore intenso nella zona dello sterno della durata di circa 30-40 minuti, sudorazione fredda e senso di angoscia o morte imminente. Generalmente il dolore si irradia verso spalla e arto superiore sinistro; ma anche cervicale, mandibola, gomito e polsi, tutti meno frequenti ma comunque possibili. Riuscire a interpretare correttamente i sintomi può aiutare a intervenire tempestivamente e contenere i danni.Spesso però il dolore (principale campanello di allarme di un infarto imminente) non si concentra nella zona dello sterno, ma può essere avvertito più in basso,  nella zona epigastrica, tanto da essere scambiato per un mal di stomaco. Oltre ai sintomi maggiori, si possono manifestare una serie di sintomi minori: nausea, vomito e astenia.

Chi è maggiormente a rischio?
L'IMA colpisce soprattutto nel mondo occidentale, sicuramente per lo stile di vita più sregolato, con un incidenza di 300 casi ogni 100.000 abitanti (Italia compresa); mentre è molto più bassa nelle regioni africane sub-sahariane (60/100.000) o Indiane (186/100.000), a confermare l'importanza di un'alimentazione meno ricca di grassi saturi e alcool. Anche i fattori sesso ed età hanno molto peso nelle statistiche, gli infarti miocardici acuti sono più frequenti negli uomini sino ai 60 anni, da due a quattro volte in più rispetto alle donne; dopo i 60, ma anche con il sopravvenire della menopausa, il rapporto diventa quasi uguale. Oltre allo stile di vita, sono decisivi anche patologie congenite o acquisite come malattie metaboliche congenite, diabete mellito, ipotiroidismo, cardiomiopatia ipertrofica, dislipidemia familiare.

Quali sono le tearapie?
Alle prime avvisaglie dei sintomi si interviene con il trattamento cosiddetto MANO (acronimo di Morfina, Aspirina, Nitrati e Ossigeno), per cercare di contenere i danni. Una volta ospedalizzati i medici procedono con il ripristino delle arterie coinvolte, tramite angioplastica coronarica (con o senza inserimento di stent, tubicini in rete metallica, per aprire le arterie) oppure con tromboaspirazione (aspirazione dei trombi).    



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