La salute in pillole

Trombosi

di Barbara L.G. Sordi

Che cosa è?
La trombosi è una patologia circolatoria che consiste nella formazione di coaguli, sulla placca aterosclerotica, che insieme con piastrina e fibrina formano  i trombi appunto, all'interno di una vena.
 Le trombosi si possono classificare in venose e arteriose.

Trombosi venose
sono le più frequenti. Generalmente colpiscono gli arti inferiori e si possono ulteriormente distinguere in trombosi venosa profonda (TVP o flebotrombosi) e trombosi  venosa superficiale (TVS o tromboflebite).

Trombosi arteriose
sono le trombosi che colpiscono le arterie di cuore, provocando infarto e angina; quelle dei polmoni, che causano embolie polmonari; quelle del cervello, con conseguenti ischemie e ictus.

Quali sono le cause?
Le trombosi venose sono solitamente provocate dallo stare seduti o a letto per periodi troppo lunghi (un tipico esempio sono i viaggi aerei o in macchina, i ricoveri ospedalieri), in tal modo i muscoli del polpaccio non riescono a contrarsi sufficientemente e ad aiutare la circolazione, è possibile che si formino dei trombi.La gravidanza, così come l'obesità e il sovrappeso, con l'aumento della pressione all'interno delle vene del bacino e delle gambe, può provocarne. Gli interventi chirurgici o ferite e lesioni delle vene possono rallentare la circolazione e provocare trombi. Anche i tumori possono causarli, per via dell'aumento di coagulazione. Esistono anche patologie ereditarie, come la malattia ereditaria della coagulazione, che coagulando il sangue possono generare trombi molto frequentemente.Anche fumo e pillola contraccettiva possono avere effetti negativi sulla coagulazione sanguigna. Così come episodi di insufficienza cardiaca o precedenti episodi di trombosi venosa profonda, anche familiari. Oppure in seguito a inserimento di catetere venoso o installazione di pacemaker che irritando le pareti dei vasi sanguigni possono provocare un coagulo.

Quali sono i sintomi?
Le trombosi sono spesso asintomatiche. Nel caso di flebotrombosi è frequente che si avvisi dolore alle gambe. Proprio perché è spesso asintomatica rende la patologia ancora più pericolosa, perché un distacco di trombo (embolo) potrebbe non essere prevedibile. Oltre al dolore agli arti si potrebbe notare gonfiore della gamba, della caviglia o del piede; rossore e aumento della zona colpita; male o gonfiore delle braccia o del collo, quando il trombo si trova nelle braccia. Nei casi più gravi (sindromi post-flebitiche e post-trobotiche) possono comparire macchie sulla pelle, edemi negli arti inferiori, forte dolore alle gambe.Quando il trombo raggiunge i polmoni e provoca embolia polmonare i sintomi sono mancanza di fiato, dolore al torace (soprattutto quando si tossisce), vertigini, capogiro, svenimento, catarro con tracce di sangue, ansia o nervosismo. In questo caso non si deve aspettare, è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso.

Quali sono le conseguenze?
La possibilità che il trombo si disgreghi formando degli emboli, che finiscono con il circolare attraverso il sistema sanguigno, finendo con l'ostruire arterie o vene. Se l'embolo finisce con l'ostruire l'arteria polmonare si provoca una embolia polmonare. Quando invece ostruisce un'arteria cerebrale provoca ischemia o ictus. Un altra complicanza potrebbe essere la sindrome post-flebitica o post-trombotica, causata da un trombo che, anche dopo anni dall'episodio trombotico, è finito con l'ostruire una vena degli arti inferiori, danneggiandola. Se ostruisce le arterie coronariche può causare infarto o angina pectoris.

Qual è la prevenzione?
In caso di trombosi che colpiscono gli arti inferiori , non correlate a malattie cardiocircolatorie, è naturalmente di grande giovamento il movimento. Camminare, soprattutto in acqua, o nuotare aiutano moltissimo a migliorare la circolazione.Anche una dieta a basso contenuto lipidico e sodico sarà di grande aiuto, soprattutto in presenza di obesità, diabete o ipertensione.Gli esami che possono aiutare nella individuazione e localizzazione di trombi sono l'ecodoppler, la TAC, la risonanza magnetica, la venografia (un colorante di contrasto viene iniettato così da rendere visibile eventuali trombi), esami del sangue (che rivelano la presenza di livelli elevati di D-dimero, sostanza anticoagulante i cui livelli sono molto alti in chi ha avuto una trombosi venosa profonda).

Quali sono le cure?
In caso di trombosi venose superficiali è consigliato di tenere la gamba sollevata per un paio di giorni; se la trombosi ha provocato sindrome post-flebitica o post-trombotica si dovranno assumere farmaci anti-coagulanti (aspirina) o diuretici ed usare calze elastiche a compressione graduata. In tutti gli altri casi, le cui cause possono dipendere da patologie cardiache o da condizioni fisiche particolari sarà necessario intervenire d'urgenza sul trombo e quindi procedere con la cura delle patologie o condizioni regresse. Generalmente comunque si interviene con anticoagulanti, fibrinolitici



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