La salute in pillole

La psicologia nella storia dei popoli

I Greci

di Nicolina Leone - Iniziamo un cammino complesso che ci porterà a valutare e conoscere la psicologia, non come la studiamo accademicamente, nella sua forma classica, ma attraverso gli occhi e i pensieri dei popoli di varie etnie che hanno popolato il pianeta nel corso dei secoli.

Molti pensano che la psicologia sia una scienza relativamente “giovane”, ma non è così, basti pensare che quelli che nel passato sono stati chiamati, stregoni, sciamani, filosofi, guide spirituali e così di seguito, sono stati invece fini studiosi della mente umana, solo così hanno potuto acquisire incarichi di prestigio presso i loro “padroni”…

Il primo vero riscontro di psicologia, madre di quella attuale, lo troviamo in Grecia, dove era convinzione, secondo gli illustri personaggi del tempo, che l’attività della mente avesse una forma fisica il cui sito era il cuore, quindi si partiva dal binomio psiche-cuore per spiegare e capire i percorsi tortuosi della mente.

Per quanto semplice sia la spiegazione, lo è solo a livello generale, sono state le grandi menti, che seguendo il loro pensiero hanno creato ciò che possiamo definire una forma arcaica di psicologia.

Empedocle sosteneva che il pensiero attraversava tutto il corpo per mezzo del sangue.

Pitagora invece aveva trovato delle facoltà specifiche nell’uomo e nell’animale, intelligenza e passione accumunavano entrambi, mentre la ragione era sola dell’uomo e quindi immortale.

Ippocrate da un contributo notevole per catalogare il variare dell’umore umano, sostenendo in parte la tesi di Empedocle, e manifesta così il suo pensiero, il corpo produce quattro umori principali:

Il sangue, esso rappresenta l’aria e il clima, quindi il soggetto sanguigno.

La bile nera,  ovvero la manifestazione ideale della terra, quindi il soggetto melanconico influenzato dal variare delle stagioni.

La bile gialla, gemellata con il fuoco che origina la collera.

Il flegma* è l’acqua, l’esplicazione del soggetto flemmatico.

E poi, non possiamo certo non citare Aristotele che da grande filosofo, pensatore e profondo conoscitore dell’animo umano, diede un contributo definitivo alle affermazioni precedenti completando un quadro ancora confuso…

Egli sostiene che cuore e mente regolano pensieri e azioni dell’umanità in perfette sintonie, ma, la mente ha un leggero potere in più, la capacità di razionalizzare il pensiero emotivo, di frenare le azioni istintive e controllare le alterazioni dettate dal sentimento.

Da tutto ciò si deduce che gli antichi greci avevano già capito molto, pur non avendo mezzi e strumenti tecnologici come li abbiamo noi, erano riusciti a tracciare un quadro abbastanza completo ed espressivo, per l’epoca.

Essi sono riusciti a tramandare nei secoli i loro insegnamenti, che, sono serviti come base di partenza per giungere alla psicologia moderna così complessa nelle sue infinite sfaccettature.

Vi fu un periodo particolare, in cui gli studi di “psicologia” furono momentaneamente sospesi, o per essere completamente sinceri, soppressi, il Medioevo, allora, la Chiesa temendo l’evoluzione psicologica, che avrebbe potuto far dubitare dei suoi dogmi, impedì che tali studi fossero approfonditi. Fortunatamente ogni era ha avuto le sue “menti” indipendenti che, seppur celandosi, hanno continuato a studiare e cercare risposte che ogni animo si pone da sempre…

 

*Flegma: il muco prodotto dall’apparato respiratorio.

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