La salute in pillole

Sindrome dell’Intestino irritabile (IBS)

La sindrome dell'intestino irritabile consiste in un'alterazione della funzione intestinale dovuta a cause di diversa natura, tra cui la predisposizione genetica a infezioni intestinali, lo stress ed eventuali intolleranze alimentari. Questa sindrome, che interessa quel tratto dell'intestino crasso chiamato colon, è conosciuta anche come “colite spastica” o “colon irritabile”, è caratterizzata da dolori addominali ed è, inoltre, associata anche ad altre patologie dell'apparato digerente, come ad esempio il reflusso gastroesofageo, la dispepsia e la celiachia. La malattia colpisce soprattutto le donne e si registra un tasso di incidenza maggiore per le persone dai 20 ai 50 anni d'età. Di seguito riportiamo alcune informazioni utili che ne chiariscono le cause e i sintomi e cosa fare per prevenire questo disturbo del tratto digestivo, evitando così di andare dal gastroenterologo.

Cos'è e definizione

Come abbiamo già ricordato, la sindrome dell'intestino irritabile è nota anche come “sindrome del colon irritabile” o “colite spastica”, trattandosi appunto di una patologia che riguarda il colon, ovvero la parte terminale dell'intestino crasso. In inglese è nota con l'acronimo IBS, irritable bowle syndrome, e consiste in un disordine gastrointestinale che può incidere negativamente sulla qualità della vita.

Cause

Una cattiva alimentazione fatta di cibi fritti oppure di alimenti che non sono facilmente degradati, come ad esempio il latte e il formaggio, può essere uno dei fattori scatenanti. Altri fattori possono essere di natura psicologica, come ad esempio lo stress, la paura e la depressione.

Sintomi

Sono da annoverare tra i sintomi dolori e crampi addominali, stipsi, gonfiore, diarrea, muco nelle feci e anche eventuali dolori cronici alla schiena. Dal momento che questi sintomi sono comuni a tante altre patologie legate alla gastroenterologia, la diagnosi può non essere immediata.

Diagnosi, analisi o esami

La diagnosi si basa su criteri diagnostici “di esclusione”, ovvero si eseguono determinati test per escludere altre diagnosi. Di seguito alcuni esempi di questi tipi di esami.

Colonscopia

La colonscopia permette di esplorare il colon attraverso l'introduzione di uno strumento flessibile dotato di una pinza in grado di prelevare il tessuto della mucosa che sarà sottoposto a biopsia, al fine di escludere la presenza di neoplasie.

Tomografia computerizzata

Attraverso la tomografia computerizzata, sono riprodotte le immagini degli organi interni a livello addominale e pelvico.

Test del respiro

Il test del respiro è anche conosciuto come “breath test al lattosio” ed è utile per confermare o meno la presenza della lattasi, ovvero l'enzima che permette la digestione del lattosio. Se non viene confermata la presenza dell'enzima, l'assunzione dei latticini potrebbe essere una delle cause della sindrome dell'intestino irritabile.

Test per le intolleranze alimentari

I test per le intolleranze alimentari possono essere molto utili per capire se sono presenti allergie a cibi specifici. È importante, infatti, controllare di non essere diventati intolleranti a qualcosa se, durante l'assunzione di cibo, si avvertono dolori o gonfiori.

Dieta e cibi da evitare

Una dieta che permette di prevenire questa patologia sarà priva di cibi che fermentano e che formano “Gas”. Tra questi cibi da evitare, ricordiamo il cavolfiore, i piselli, i broccoli, le lenticchie, i fagioli e le bevande gassate. Il gastroenterologo saprà dare indicazioni sul regime alimentare da seguire.

Trattamenti e Terapie

Dal momento che le cause della sindrome possono essere legate a diversi fattori, anche i trattamenti e le terapie possono essere molto diversi tra loro. Un'adeguata alimentazione che non contempli l'assunzione di cibi fritti, è sicuramente d'aiuto, così come possono risultare utili una idratazione costante e l'uso di integratori a base di fibre in caso di stipsi e gonfiore. Se la patologia è riconducibile a fattori emotivi come lo stress, le tecniche di rilassamento possono essere significativamente efficaci.



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