Sclerosi del collo vescicale
di Nicolina Leone - Nell’ambito medico con il termine sclerosi si definisce un’alterazione o indurimento dei tessuti e organi interessati, con conseguente perdita di elasticità degli stessi.
Pertanto per sclerosi del collo vescicale si intende, appunto, l’alterazione e ostruzione del tratto cervico uretrale.
La patologia può essere congenita o conseguente a casi di:
Prostatite acuta e/o cronica
Interventi a “cielo aperto” sulla prostata ( ATV-TURP )
Essa ha due forme: Primitiva e Secondaria.
La forma primitiva è solitamente congenita, i sintomi, però, non si manifestano subito, compaiono intorno ai 25/30 anni quando inizia il processo di iperplasia prostatica e continua ad aggravarsi fino a quando non si interviene terapeuticamente.
La forma secondaria è strettamente correlata a patologie esistenti: sclerosi multipla, lesioni del midollo e malattie legate alla sfera dei tessuti connettivali.
I sintomi della sclerosi del collo vescicale sono identici a quelli della prostatite
e di tutte le altre patologie legate a malfunzionamento dei genitali:
Pollachiuria
Nicturia
Stimolo frequente alla minzione
Notevole diminuzione del getto urinario
Stranguria
Anche in questo caso necessita l’intervento dell’urologo che in funzione dei sintomi prescriverà i controlli del caso:
Uretro-ciscoscopia
Ecografia prostatica di superficie
Ecografia prostatica trans rettale
Uroflussometria
I controlli ematici, l’analisi delle urine, l’urino coltura devono essere eseguiti, nel caso in cui il paziente abbia una compagna, da entrambi, in quanto possibili infezioni si trasmettono sessualmente, e se la terapia non viene applicata alla coppia chiaramente ci sarà un ritorno continuo dell’infezione.
Il trattamento farmacologico di coppia prevede, alfa-litici, antinfiammatori e farmaci sintomatici ( serenoa repens)
Se nel paziente maschio la terapia orale non produce risultati definitivi, bisognerà intervenire chirurgicamente ( TUIP- TULIP- FOTOVAPORIZZAZIONE (PVP) selettiva con KTP laser ), in questo caso ci sono particolari effetti collaterali da valutare attentamente.
Infatti, se da una parte l’intervento è risolutivo al 100% senza provocare nessun danno alla sfera sessuale per il compimento dell’atto stesso, ci sono buone probabilità che il paziente diventi sterile, a causa di una retrospermia come diretta conseguenza dell’intervento chirurgico.
Naturalmente i fattori da considerare sono legati al desiderio di paternità, se il paziente ha già dei figli accetterà con più facilità l’intervento, in caso contrario dovrà valutare i pro e i contro magari con l’aiuto specifico di uno psicologo che lo aiuterà a fare chiarezza e a razionalizzare gli effetti dell’onda emotiva.