La salute in pillole

La congiuntivite da altri batteri nel neonato

LA CONGIUNTIVITE DA ALTRI BATTERI NEL NEONATO

Altri batteri, come lo Streptococcus pneumoniae e l’Hemophilus influenzae non tipizzabile, sono responsabili di un altro 15% dei casi di congiuntiviti neonatali. I primi sintomi di queste tipologie di infezioni batteriche si avvertono solitamente in un tempo compreso fra pochi giorni e tre settimane dalla nascita. La congiuntivite dovuta a tali batteri viene curata in genere tramite specifiche pomate il cui principio attivo è la polimixina associata alla bacitracina, eritromicina o tetracicline.

In rari casi, poi, il bambino può essere attaccato da un batterio chiamato N. gonorrhoeae, in grado di scatenare una oftalmia detta "gonococcica" (nota altresì come "oftalmia gonorroica" o "oftalmia neonatorum"). Si tratta di una patologia piuttosto grave, dato che, se non correttamente e tempestivamente riconosciuta e trattata, può provocare una ulcerazione corneale.

L’oftalmia gonorroica produce una congiuntivite purulenta acuta che compare dopo due – cinque giorni dal parto o, se c'è stata rottura prematura delle membrane, anche prima. Altro campanello di allarme che segnala tale infezione è, inoltre, un grave edema palpebrale seguito da chemosi e da un abbondante essudato purulento, a volte posto sotto pressione.

Uno dei primi scopi diagnostici che il pediatra in genere si pone è escludere proprio la presenza dell’oftalmia gonorroica, sicuramente tra le patologie più preoccupanti e rischiose tra quelle citate. Il normale procedimento diagnostico attuato è eseguire un tampone dalla congiuntiva, cui seguirà l’esame colturale e la colorazione col Gram. L'infezione gonococcica è suggerita dalla presenza, a livello microscopico, di diplococchi a chicco di caffè, gram - intracellulari.

Considerato che è alto il rischio che il figlio di una madre infetta dal batterio di cui trattasi venga, a sua volta, colpito da congiuntivite gonococcica e/o contragga infezioni in altre sedi, a scopo di profilassi, i neonati a termine esposti devono ricevere una singola iniezione IM o EV di ceftriaxone 50 mg/kg, fino a 125 mg.

Sotto il profilo terapeutico, qualora il piccolo abbia acquisito l’oftalmia gonorroica, la gravità dei rischi che si corrono rende necessario il ricovero del bambino in ospedale, dove gli verranno somministrati 25-50 mg/kg di ceftriaxone IM, fino alla dose massima di 125 mg. L’uso in via esclusiva di pomate antibiotiche non è di grande ausilio e può essere evitato qualora si effettui una corretta terapia antibiotica sistemica. Assai utile al fine di prevenire l’insorgenza di fastidiose aderenze oculari, infine, è la frequente irrigazione della congiuntiva con l’apposita soluzione fisiologica.

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