La salute in pillole

Gli occhi e la vista nel neonato

GLI OCCHI E LA VISTA NEL NEONATO

 

Al momento della nascita i neonati tengono quasi sempre gli occhi chiusi, ma li aprono solitamente già dopo pochi minuti o poche ore. Forse i genitori si stupiranno nel vedere che l’iride del piccolo è grigio- azzurra, magari senza che in famiglia ce ne siano di simili, neppure tra gli ascendenti. Questo è un fatto assolutamente fisiologico, dovuto alla temporanea assenza nell’iride della melanina, il pigmento naturale che il corpo inizia a produrre solo successivamente: il colore degli occhi può considerarsi definitivo solo quando il bambino avrà raggiunto all’incirca i tre anni di età. In casi piuttosto rari, tuttavia, l’iride è castano fin dai primissimi giorni: in tali ipotesi, di regola, gli occhi resteranno scuri, magari cambiando solo la gradazione della colorazione bruna.

Un’altra caratteristica che, in genere, è del tutto transeunte è il gonfiore delle palpebre, determinato dalla pressione esercitata sugli occhi durante la fase espulsiva del parto: se tale tumefazione dura solo per i primi giorni non bisogna affatto allarmarsi, mentre, qualora essa persista per più di una settimana, è opportuno riferirlo al pediatra.

Una delle prime reazioni che il neonato ha nel venire al mondo è quasi sempre il pianto e sarà attraverso quest’ultimo che egli manifesterà per lo più le sue esigenze o, semplicemente, la sua voglia di ricevere attenzioni. A proposito del pianto, non è un fenomeno strano che, durante il primo mese (ma, non di rado, fino al terzo mese di vita), il bambino non emetta lacrime quando piange: ciò dipende dall’immaturità delle ghiandole lacrimali.

Per quanto riguarda lo sviluppo della funzione visiva, da studi piuttosto recenti è emerso che i neonati acquisiscono istintivamente fin dalla nascita delle capacità notevoli, fino a pochi decenni fa impensabili. Già nei primissimi giorni successivi al parto, infatti, il bambino è in grado di mettere a fuoco e distinguere piuttosto chiaramente gli oggetti che sono posti a una distanza non superiore a una trentina di centimetri da lui: forse non a caso, è proprio la distanza che, grosso modo, separa il piccolo dal viso materno quando viene allattato al seno.

Nonostante l’apparato visivo diventi maturo non prima che il neonato abbia compiuto tre – sei mesi di età, si è appurato che il bambino ha già nelle prime settimane di vita dei "gusti visivi": di norma, infatti, egli preferisce le forme complesse e tridimensionali, le linee curve e ama gli oggetti il più colorati possibile. Molti neonati, inoltre, nei giorni immediatamente successivi alla nascita, sono infastiditi dalla luce forte, sia naturale che artificiale: è bene, quindi, evitare di esporre il piccolo a fasci luminosi intensi che siano diretti proprio verso il suo viso, almeno finché non avrà un paio di settimane o fino a quando manifesterà il suo disagio con il pianto.

I neonati imparano presto a seguire con lo sguardo gli oggetti e a coordinare i loro movimenti per raggiungere e afferrare quelli che suscitano la loro attenzione, come le giostrine con i pupazzetti colorati che pendono dalla culla. Gli sforzi visivi e di coordinamento, comunque, sono massimi quando sono rivolti alla loro maggiore attrazione: il volto umano. A partire, in genere, dal secondo mese di età, il bambino, dopo aver attentamente osservato il viso e, in particolare, gli occhi e le labbra, di quanti gli si rivolgono, è in grado di abbozzare delle imitazioni degli adulti nella gestualità e nella mimica facciale.

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