Faringite
di Nicolina Leone - Il mal di gola, termine comune che identifica la faringite, è una patologia di carattere infiammatorio che interessa una determinata sezione della faringe. Si presenta in diverse tempistiche e varianti, che sono raggruppate in due macro-gruppi a secondo del caso, classificabile come:
- Acuto o cronico
In cosa consiste questa distinzione?
La faringite acuta è una naturale conseguenza di altre malattie che interessano la zona colpita. Per lo più sotto forma di aggravante, prevede l’espansione dell'infiammazione procurata dai primi sintomi, e supporta la diffusione virale.
Virus influenzali e parainfluenzali sono particolarmente soggetti allo sviluppo di un fenomeno infiammatorio, che poco dopo sfocia in un caso di faringite acuta. Nonostante siano contratte con un ritmo notevolmente inferiore, le faringiti inerenti a infezioni batteriche sono comunque classificate in questa categoria e fanno riferimento a batteri come lo Streptococco beta-emolitico (gruppo A) e il Mycoplasma pneumoniae, noto per essere coinvolto in numerose altre patologie che interessano l'apparato respiratorio. Spesso per mancate cure, dalla forma acuta si passa a quella cronica.
La faringite cronica deriva da cause che spesso isolano la zona infetta, come ostruzione delle vie respiratorie.
Le cattive abitudini contribuiscono enormemente al carattere degenerativo di questa malattia: basti pensare come il solo fumo di sigaretta oppure uno stile di vita propenso a un consumo spropositato di sostanze alcoliche siano le principali cause che portano a contrarre i primi sintomi. Proprio in merito ai sintomi, è da evidenziare come essi siano differenti a secondo del livello patologico di faringite cronica: le fasi riconosciute sono tre.
- Fase catarrale: Si tratta del primo stadio di una faringite cronica in cui avviene un leggero ma costante aumento di volume da parte delle ghiandole che producono mucosa, soggetta quindi a un processo di congestione.
- Fase ipertrofica: Porta il nome del fenomeno che contraddistingue questo passaggio, giacché il livello di muco prodotto, appare meno ostruttivo rispetto a quanto visto in precedenza, ma vi è un livello d’ipertrofia maggiore che interessa le ghiandole. In questa fase è possibile percepire una lieve diminuzione della sensibilità generale.
- Fase atrofica: Le mucose che finora erano prigioniere di un infinito processo di congestione sono ora decisamente assottigliate ed è possibile evidenziarne la perdita di colorito, che nel migliore dei casi riproduce un tipo di rosa molto pallido. Nel caso in cui l'infiammazione si fosse propagata anche nelle aree vicine, potrebbe produrre anche un colore rosso sangue, dimostrazione di una forte irritazione della zona, pertanto la sensibilità diminuisce ulteriormente e raramente vengono prodotte secrezioni.
Sintomi e prevenzione della faringite
La faringite presenta diversi sintomi iniziali a secondo del tipo di patologia contratta.
Un caso di faringite acuta è solitamente caratterizzato da dolore di media intensità, accompagnato da un consistente aumento della temperatura corporea e difficoltà nel deglutire. Il degenerare dell'infiammazione procura inoltre un visibile arrossamento che può sfociare in un aumento considerevole del volume delle tonsille.
La faringite cronica è leggermente più complicata da diagnosticare poiché può presentarsi in una forma talmente blanda da non avere sintomi indicativi di alcun tipo. Ciò rappresenta tuttavia solo la fase iniziale della malattia, che provoca una netta ostruzione delle vie respiratorie la quale sfocia spesso in perdita della voce e dolore localizzato.
Come fare quindi per identificare un caso di faringite cronica?
Per quanto sia complesso, alcuni comportamenti permettono di riconoscerla in tempo e consentire le giuste terapie, naturalmente il compito spetta allo specialista competente, in questo caso, l’otorinolaringoiatra.
Il paziente che tossisce spesso e in più occasioni potrebbe essere particolarmente propenso a un caso di faringite cronica, per lo più se fumatore abituale oppure dedito al frequente consumo di alcolici. Se è avvertito il senso di fastidio tipico che porta a raschiare la gola a più riprese, è quasi certo che si tratti di un caso inerente.
Cura della faringite
L'esame del cosiddetto tampone faringeo è in grado di determinare sia il livello di faringite sia la sua tipologia.
È consigliato di eseguire a digiuno tale esame diagnostico in quanto, sebbene sia un processo indolore, può provocare istinti di rigetto e scatenare conati. Le terapie con le quali il paziente sarà curato in seguito sono quindi stabilite grazie ai risultati ottenuti, optando solitamente per prodotti antibatterici.
Questo, è quanto applicato per un caso di faringite acuta. Ne consegue che sia piuttosto inutile prescrivere una cura a base di antibatterici per chi contrae una patologia di tipo virale, per questa ragione in questo caso si adopera un approccio di tipo sintomatico in caso di febbre è concesso l’uso di antibiotici mirati e cortisone per accelerare il processo decongestionante. Tale forma di faringite tende a regredire nel giro di pochi giorni se curata a dovere, motivo per cui non rappresenta un particolare problema ai fini della salute del paziente.
Il riposo è consigliato in ambedue i casi, per non stressare troppo l’organismo in fase di ripresa.