La salute in pillole

PRIMOGENITI, MEDIANI, ULTIMOGENITI. L'ORDINE DI NASCITA PUO' INFLUENZARE LA PERSONALITA'?

   
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06 feb. (Laura Tirloni)








Di Laura Tirloni


L'ordine di nascita può essere considerato un elemento in grado di condizionare la personalità di un individuo? A questa domanda hanno cercato di rispondere diversi studiosi, arrivando alla conclusione che l'ordine di nascita può influenzare i tratti di personalità, anche se in modo piuttosto marginale.



Secondo recenti teorie, i bambini tendono per lo più a distinguersi per le strategie messe in atto allo scopo di attirare le attenzioni e le grazie dei genitori su di sé. In questo senso gli studi hanno evidenziato caratteristiche ricorrenti secondo l'ordine di nascita.



Dai dati emersi, i primogeniti tenderebbero maggiormente a riconoscere l'autorità genitoriale, mentre gli ultimogeniti, a metterla più spesso in discussione. I figli maggiori risulterebbero anche più suscettibili alle aspettative genitoriali, più sicuri, determinati e in generale più responsabili. Consideriamo il fatto che godono di un'attenzione esclusiva fino a che sono “spodestati” da un nuovo arrivato. Ciò può determinare in loro la spinta a lavorare sodo per riconquistare il ruolo “privilegiato”: si impegnano dunque per essere bravi, per ottenere l'approvazione e l'amore dei genitori e conquistarsi un posto nel mondo.



I figli intermedi sembrano sviluppare con maggior frequenza un senso di frustrazione e di estraneità alla famiglia, sentendosi collocati in una 'terra di mezzo', più incerta e indefinita, e possono chiedersi: devo essere bravo come il primogenito o indifeso e piccolo come l’ultimogenito? I figli di mezzo da adulti mostrano una particolare sensibilità all’essere trascurati o messi da parte.



I figli minori appaiono di norma più socievoli, creativi, ribelli, ma anche più spesso nevrotici. Per l’ultimogenito, spesso più coccolato degli altri, le regole non sono mai così ferree e questo può portarlo ad essere più indisciplinato. Allo stesso tempo può cercare di emulare un fratello più grande, di solito il primogenito, aspirando a migliorarsi.



Uno studio recente si è occupato delle differenze di quoziente intellettivo rilevando un QI superiore di 1.5 punti nei primogeniti, riconducibile, secondo gli studiosi, al fatto che l’interazione con i fratelli e le sorelle minori stimolerebbe abilità cognitive e di insegnamento.



Da precedenti studi si evidenzia come i figli mediani presentino competenze diplomatiche più spiccate, legate alla necessità di negoziare, ma anche la cosiddetta 'middle-child syndrome', che esprime quel caratteristico disagio nel non possedere i privilegi del primogenito, ma neppure le concessioni tipiche del 'piccolo di casa'.



Gli studi confermano, dunque, l'influenza dell'ordine di nascita sui tratti di personalità, benché questa risulti comunque di lieve entità rispetto ad altre variabili decisamente più rilevanti, come le esperienze di vita, la genetica, l'ambiente e la qualità delle relazioni con le prime figure di attaccamento.



Sicuramente, lo stile genitoriale si combina al particolare temperamento del bambino (e quindi un genitore non si comporterà mai allo stesso modo con tutti i suoi figli) e tende a modificarsi nel tempo, cosicché non è raro che anche il più apprensivo e inflessibile dei genitori, con il passare degli anni, veda allentarsi la propria tendenza al controllo e diventi via via, maggiormente flessibile e permissivo.



Dott.ssa Laura Tirloni

Psicologa Clinica

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