La salute in pillole

LE MESTRUAZIONI IN UN’APP

   
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11 ago. (Gabriella Lax)
di Gabriella Lax - Clue è un applicazione nata per monitorare, comprendere e prevedere il ciclo mestruale e, più in generale, la salute. Al suo livello più elementare, consente di tenere traccia del ciclo mestruale e ricorda quando sono in arrivo le mestruazioni. Ad idearla nel 2013, la 39enne danese Ida Tin, oggi l’applicazione conta 2,5 milioni di utilizzatrici mensili attive in 180 paesi. Basta scaricare l’app, immettere i dati odierni (dolori, stati d'animo, sintomi e altro ancora) e il calendario terrà conto di tutto ciò che accade. Sarà possibile selezionare qualsiasi giorno passato dal calendario. Come nasce Clue, l’app per monitorare e comprendere le mestruazioni «Quando ho compiuto trent'anni ho voluto trovare un nuovo mezzo di contraccezione», chiarisce la creatrice, come riporta Italia Oggi, . «Avevo preso la pillola per dieci anni, solo che a essa, malgrado sia un'invenzione formidabile che ha aiutato moltissime donne, non mi sono mai veramente adattata: ho subito troppi effetti secondari e volevo qualcosa di più naturale». Non convinta dalle altre opzioni decide per l’astinenza periodica: tutte le mattine al risveglio misura la sua temperatura basale e valuta il periodo nel quale è più fertile, evitando le relazioni sessuali. Un metodo non sicuro la cui efficacia si assesta intono al 75%. La creatrice inizia dunque se è possibile connettere il termometro a un apparecchio e, su questo, lavora insieme al compagno, Hans Raffauf e con Moritz von Buttlar, ricercatore specializzato nelle tecnologie biomedicali. Da qui decide di fondare Clue. L’accesso a Clue è gratuito, anche se Ida Tin non esclude, in futuro, di proporre opzioni a pagamento. Clue, dati condivisi ed un blog per le domande Non soltanto un’app, ma la possibilità di avere risposte, attraverso un blog, a tutte le domande che Ida Tin si è posta durante l'adolescenza e nel corso della sua vita di giovane adulta. L’interazione è possibile grazie alla condivisione dei dati delle utilizzatrici della app con ricercatori e professionisti della sanità, il cui elenco è disponibile sul sito di Clue: vi si trovano anche le università di Stanford e di Oxford e la Columbia. Per la privacy? Nessun problema la Tin assicura che tutti i dati trasmessi sono aggregati e resi anonimi e che di rivenderli a delle imprese non se ne parla.




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