La salute in pillole

SONO TUA AMICA MA TI INVIDIO - LA RIVALITÀ FEMMINILE

   
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23 giu. (Laura Tirloni)







Di Laura Tirloni



Siete amiche da sempre, avete condiviso gioie e dolori, i primi innamoramenti, le incomprensioni in famiglia o con il fidanzato, poi improvvisamente qualcosa cambia.



State organizzando il vostro matrimonio e la vostra amica più intima, invece che partecipare alla vostra gioia, si allontana senza una chiara motivazione oppure diventa ipercritica rispetto ad ogni vostra scelta.



Oppure siete voi che, ad un certo punto, non capite più il modo in cui prende a cuore la propria carriera lavorativa e gioisce per i suoi successi professionali. Cosa sta succedendo?



Le scelte individuali inevitabilmente trasformano il rapporto e poco alla volta può farsi strada un vissuto subdolo, quasi indecifrabile, spiacevole: l’invidia.



Un sentimento negativo ma umano, difficile da gestire, che generalmente sperimentiamo quando ci sentiamo inferiori rispetto a qualcuno o a qualcosa.

Invidiare significa provare sofferenza e rabbia per la gioia altrui, ma allo stesso tempo, mostrare particolari difficoltà a riconoscerlo e, tanto più ad ammetterlo. Questo perché dichiarare di provare invidia è come confessare la propria inferiorità.



Non di rado l'invidia si presenta anche all'interno di rapporti di amicizia, mettendo a dura prova i sentimenti di complicità e fiducia che legano due persone.



Ma come gestirla una volta che ne abbiamo riconosciuta la presenza in noi o nell'altro?



Non di rado l’invidia nasce e cresce all’interno di quelle amicizie particolarmente strette, intime, totalizzanti, in cui si viene a creare una dinamica di tipo simbiotico. In questi casi, un po’ di sana distanza può aiutare a riequilibrare la percezione che si ha dell’altro e a riacquistare una maggiore obiettività.

Importante anche riuscire a non cedere alle provocazioni dell’amica invidiosa, secondo la famosa legge del taglione. La persona che ci invidia dopotutto sta soffrendo forse anche più di noi, perché infierire?



Anche un pizzico di ironia a volte può arrivare in soccorso se è vero che con l'ironia si può dire tutto, anche la verità. E dunque, confessare con un sorriso ad un’amica che siamo un po’ invidiose del suo aitante fidanzato ci renderà, ai suoi occhi, una persona umana che sa accettare le proprie debolezze, e quindi in qualche modo forte. Allo stesso modo, essere in grado di far intendere all'amica che percepite la sua invidia per il vostro successo professionale, ma che la cosa non vi turba perché in fondo si tratta di un sentimento “umano” che anche a voi talvolta capita di provare, può addirittura rafforzare un legame.




Da adulti, ciò che si invidia non è tanto ciò che l'altro possiede, ma la felicità che ne deriva e il fatto che ne sappia godere. Ecco allora che può scattare il tentativo dell'invidioso di 'distruggere' (attaccando e svalutando) ciò che l'altro possiede, per intaccarne la felicità.



La via più equilibrata e produttiva per uscire dal sentimento dell'invidia è innanzitutto ascoltarla e riconoscerla, per poi utilizzare le proprie risorse per conquistare qualcosa di personale, che ci renda maggiormente soddisfatti e orgogliosi di noi stessi. Inutile dunque invidiare ciò che gli altri possiedono e che a noi manca, meglio concentrarsi in termini positivi sulla realizzazione di se stessi, uscendo dalla sensazione di impotenza e di auto svilimento.



Il risvolto positivo di tutta la questione è che spesso, riconoscendo l'invidia che campeggia in noi stessi, possiamo così mettere a fuoco cosa ci manca realmente, focalizzandoci sugli aspetti di noi (e della nostra vita) che vorremmo modificare, sempre in un'ottica realistica. E considerando lucidamente i nostri limiti.


Dott.ssa Laura Tirloni

Psicologa - Psicoterapeuta

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