La salute in pillole

TBC, LA MALATTIA CHE NON SCOMPARE

   
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08 giu. (Barbara LG Sordi)
di Barbara LG Sordi- La tubercolosi sembrava essere scomparsa, almeno qui in Italia. Invece da un anno a questa parte i casi diagnosticati sono in costante aumento, creando non pochi allarmismi soprattutto per la modalità di trasmissione dell'infezione. Basta infatti un semplice starnuto o un colpo di tosse per contagiare con il bacillo di Koch (o Mycobacterium tubercolosis); e i più indifesi sono proprio bambini ed anziani (oltre ai malati di Aids per la loro immunodepressione). Molti dei casi sono stati riportati infatti in scuole materne e primarie; l'ultimo risalente a qualche giorno fa: una bambina è stata ricoverata per tbc, contratta forse in un asilo romano, dove un caso era già stato diagnosticato poco meno di un anno fa. Anche gli ospedali sembrano presi di mira: 30 studenti della facoltà di medicina tirocinanti all'ospedale Le Vallette di Torino sono positivi (5 erano già stati trattati lo scorso anno per tubercolosi). Molto scalpore fece anche il caso dell'infermiera, che nel luglio del 2011 ha contagiato ben 188 (per la difesa sarebbero 164) neonati al Gemelli di Roma. La Tbc non sempre si manifesta subito coi sintomi classici (tosse cronica con eventuale espettorato di sangue o emottisi, febbre, sudorazione notturna, perdita di peso), spesse volte rimane latente anche per anni. In entrambi i casi deve essere trattata con cure a base di antibiotici, nei casi più gravi anche con chemioterapia. E se da noi non si scherza nel resto del mondo la Tbc è una delle malattie che per anni hanno causato milioni di decessi. Per fortuna prevenzione e cure hanno ridotto di molto queste cifre; ancora oggi però la OMS denuncia che almeno mezzo milione di bambini nel mondo sono ammalati di Tbc, di cui almeno 70.000 ogni anno non riuscirebbero a sopravvivere. Tra i paesi a maggior rischio decessi infantili c'è il Perù, in cui molte famiglie devono fare i conti con questo dramma quotidianamente. La tubercolosi è una malattia da sempre legata alla povertà e a condizioni igienico-sanitarie scarse; e il Perù (insieme con altre regioni africane) è tra i paesi più poveri e con meno accesso alla prevenzione nel mondo. Purtroppo le cure di lunga durata, dai 6 ai 12 mesi di trattamento antibiotico, spingono spesso i pazienti ad abbandonarle prima del termine. E i bambini sono spesso vittime inconsapevoli di scelte dissennate dei genitori, spesso dettate da mancanza di informazione o aiuti da parte delle autorità. Non tutti possono infatti permettersi di rinunciare ad un lavoro, per accompagnare ogni giorno i propri figli in ospedale per la somministrazione di farmaci. La conseguenza terribile è stato lo svilupparsi di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, quelli della MDR-Tbc (multi drug resistant Tbc), che porterà a conseguenze pesanti nel bilancio di vite. Oltre che a mettere a dura prova la ricerca, nuovamente impegnata nel trovare forme di cura e prevenzione alternative a quelle esistenti. A differenza di quel che si crede la Tbc non colpisce solo i polmoni (la forma polmonare è per un certo verso la più guaribile); purtroppo può danneggiare anche la spina dorsale, provocando serie deformazioni (morbo di Pott), oppure compromettere gran parte dei nostri organi vitali per mezzo del sistema circolatorio (tubercolosi miliare o sepsi tubercolare). Altri bambini sono colpiti da una forma di tubercolosi meningitica, che danneggia le funzioni cerebrali provocando regressioni nello sviluppo cognitivo e comportamentale molto gravi.




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