La salute in pillole

Il peso forma nella dieta italiana







Il peso forma nella dieta italiana


Un’altra analogia tra la dieta italiana e la dieta mediterranea è la tendenza a raggiungere il proprio “peso forma”. Anche in questo caso, tuttavia, la dieta italiana si manifesta più rigorosa e scientifica. Essa, infatti, non si limita a combattere l’obesità e forme di soprappeso evidenti, ma mira al “peso normale”, valutato secondo parametri ben precisi e piuttosto pretenziosi. Le unità di misura che vengono utilizzate sono l’IMC (Indice di massa corporea, noto anche come B.M.I., secondo l’acronimo di origine anglosassone) e l’indice di massa grassa. Il primo di tali indicatori è calcolato effettuato la seguente operazione matematica: peso corporeo espresso in kilogrammi diviso altezza in metri al quadrato. Ipotizzando che il peso di una persona sia 60 kg e sia alta 1,80 metri, l’IBM risulta essere 60: (1,8 X 1,8) = 18,51. Ebbene, secondo la dieta italiana, non si è in sovrappeso solo se non si superano, per gli uomini, valori di IMC pari a 22 oppure valori di massa grassa pari al 12%, mentre, per le donne, valori di IMC pari a 20 oppure valori di massa grassa pari al 20% (viene tenuto conto, infatti, dei fisiologici accumuli di grasso del sesso femminile, purché contenuti entro i limiti appena visti). Per raggiungere il tanto decantato “peso forma”, la dieta italiana non si limita a consigliare la pratica di una regolare attività fisica, ma arriva a considerare addirittura necessario lo svolgimento di sport con una frequenza e un’intensità piuttosto sostenuta: un altro chiaro segnale del maggior rigore della dieta italiana, almeno rispetto a quella mediterranea. La scelta dello sport e il quantum, comunque, devono essere commisurati all’età, al sesso e alle condizioni generali di salute di ciascuno.
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